venerdì 1 gennaio 2016

Subisco vari Interrogatori...

Capitolo 15
Il mio "interrogatorio"...
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(NOTE PERSONALI DI MATILDA O'DONNELL MACELROY)
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La mattina successiva fui scortata dal mio alloggiamento, da quattro militari pesantemente armati, alla sala delle interviste. La sedia di Airl era stata tolta, e sostituita con un piccolo tavolo e diverse sedie da ufficio. Mi fu chiesto di sedermi ed aspettare di essere intervistata. Dopo pochi minuti, il Dr. Wilcox entrò con un'altra persona, che indossava un abito normale. Si presentò, come: John Reid.

Il Dr. Wilcox mi ha spiegò che il Signor Reid era volato da Chicago su richiesta dei miei ufficiali superiori per provare su di me la macchina della verità. Il mio stupore era così evidente, che il Dr. Wilcox, si accorse subito: che ero sconcertata ed offesa, per quell'insinuazione..

Egli però, si affrettò a dirmi, che era: per la "mia Sicurezza". Che dato che l'Alieno, non aveva accettato di firmare le Trascrizioni, non avevano altro modo, infatti, di verificare la mia buona fede sul fatto che non mi fossi inventata tutto, se non quello, appunto, di farmi sottoporre: ad una serie di test ed esami psicologici, da parte di "esperti" (ovvero: lui stesso..) ; qualcuno, che avrebbe potuto confermare, cioè, se fossero davvero affidabili, oppure no. Il tono della sua voce, per me, era comunque molto chiaro: "...o respinte, come: le semplici farneticazioni, di una donna..".

Reid mise, quindi, un tubo di gomma attorno al mio petto e dei sensori normali per la pressione sanguigna, sulla parte superiore del braccio. Mise anche degli elettrodi sulle superfici delle mie mani e dita. Spiegò poi, che sarebbe stato molto [duro e] obiettivo durante la mia intervista, perché egli: era stato addestrato accuratamente per interrogatori scientifici. E quello, [era l'unico modo che conosceva, che] avrebbe escluso sicuramente "errori umani".

Il Signor Reid mi spiegò che avrei dovuto rispondere alle domande del Dr. Wilcox, e che effettivi cambiamenti fisiologici sarebbero stati trasmessi attraverso una pannello. Le letture venivano rilevate sulla carta millimetrata accanto alla macchina. I grafici paralleli sulla carta sarebbero stati quindi correlati e poi interpretati dal Signor Reid, con l'assistenza dell'esperto, il Dr. Wilcox, per determinare se mentivo.

Sia il signor Reid, che il Dr. Wilcox, mi fecero quindi: una serie di domande, sui miei incontri con l'Alieno Airl.

Questo è più o menoquanto ricordo, di quell'interrogatorio:

"Qual è il tuo nome?"
"Matilde O'Donnell"
"Qual è la tua data di nascita?"
"12 giugno 1924"
"Che età hai?"
"23"
"Dove sei nata?"
"Los Angeles, California",
(e così via).

"Sei in grado di comunicare telepaticamente?"
"Non l'ho mai potuto farlo con nessuno, tranne con Airl"
"Qualche dichiarazione per gli stenografi era falsa?"
"No"
"Hai intenzionalmente o involontariamente immaginato o fabbricato qualsiasi delle comunicazioni che hai detto di aver avuto con l'alieno?"
"No, naturalmente no"
"Hai cercato di ingannare qualcuno intenzionalmente, o di ostacolare questa prova?"
"No"
"Di che colore sono tuoi occhi?"
"Blu"
"Sei cattolica?"
""
"Potresti dire le stesse storie che hai detto agli stenografi, al parroco, in un confessionale della Chiesa cattolica?" 
""
"Stai cercando di nasconderci qualcosa?"
"No. Niente"
"Pensi che tutto ciò che ti ha detto l'alieno sia vero?"
""
"Ritiene personalmente di essere una persona ingenua?"
"No"

Le domande sono continuate in questo modo, per più di un'ora.

Infine, mi hanno staccata dalla macchina poligrafo e mi hanno permesso di tornare al mio alloggiamento, sempre scortata dalle guardie.

Più tardi, nel pomeriggio, sono ritornata nella sala dei colloqui. Questa volta, la scrivania: era stata sostituita da una lettiga. Il Dr. Wilcox era accompagnato da un'infermiera. Mi chiese di coricarmi e mi ha detto, che mi avrebbe fatto le stesse domande del test anteriore.

Questa volta, però, avrei risposto sotto l'influenza del siero della verità, o pentothal di sodio. Come infermiera chirurgica addestrata, avevo familiarità con questo barbiturico, a volte usato come anestetico.

Il Dr. Wilcox mi ha chiesto se facessi obiezione a una tale prova. Gli ho detto che non avevo niente da nascondere. Non ricordo nulla di questa intervista. Mi immagino che terminate le domande, i militari mi abbiano poi riaccompagnato nella mia abitazione, visto che ero troppo instabile e confusa dalla droga per andarci sola. Quella notte, ho avuto comunque un sonno molto tranquillo.

Apparentemente nessuno di questi interrogatori diede risultati sospetti, visto che non mi fecero ulteriori domande. Fortunatamentemi lasciarono in pace, durante il resto della mia permanenza, alla base. 

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