venerdì 1 gennaio 2016

La Barriera Linguistica

Capitolo 4
La Barriera del Linguaggio
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(NOTE PERSONALI DI MATILDA O'DONNELL MACELROY)
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Dopo aver spiegato agli agenti dell'Intelligence, cosa pensavo circa le ragioni della sua "nessuna risposta", nell'ambiente, si era venuto a creare un grande disordine, e una grande turbolenza. Iniziò, così, una discussione molto accesa, tra alcuni ufficiali, funzionari militari, psicologi ed interpreti linguistici, che durò diverse ore; infine: decisero che io, avrei continuato a colloquiare con l'alieno; purchè potessi ottenere una risposta soddisfacente, alla seguente domanda.

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TRASCRIZIONE UFFICIALE DELL'INTERVISTA
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TOP-SECRET:
Esercito degli Stati Uniti - Aeronautica di Roswell - Forza Aerea, 509° Gruppo Bombardieri
OGGETTO: intervista ALIENA, 11.07.1947 
Terza Sessione

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D: Quali Garanzie o prove Vuoi, da noi? Che ti facciano sentire, poi, abbastanza sicuro, da Rispondere dopo, a tutte le Nostre Domande?
R: SOLO LEI PARLA, SOLO LEI ASCOLTA, SOLO LEI DOMANDA. NON GLI ALTRI. NON GLI ALTRI; ESSI DEVONO IMPARARE, SAPERE, e CAPIRE, PRIMA.

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(NOTE PERSONALI DI MATILDA O'DONNELL MACELROY)
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Quando tornai dalla sala dei Colloqui, per segnalare la risposta data, a questa domanda, ricevetti un'accoglienza molto cupa e scettica, da parte di tutto, il personale dell'Intelligence: Agenti, e Colleghi Militari. Ed essi [mi fecero anche intendere, che] non riuscivano proprio a capire, ciò che l'Alieno avesse voluto dire, loro, con questo..

Ammetto, che anch'io non [ci] capivo molto; però, stavo facendo del mio meglio, per cercare di esprimere, in maniera corretta, le sue "intenzioni", telepatiche. Ho detto ai funzionari che, forse, il problema di comunicazione, doveva avere a che vedere con la mia incapacità di comprendere la sua lingua telepatica, con sufficiente chiarezza per essere soddisfacente. Ed ero così scoraggiataa quel punto, che volevo rinunciare..

Ero certa che stavo per essere rimossa dalla mia posizione, nonostante l'alieno avesse rifiutato di comunicare con chiunque altro.

Per fortuna, un collega molto abile, John Newble, che era uno "specialista in lingua giapponese" della Marina Militare, diede una Soluzione. Spiegò, che: in primo luogo, il problema, non aveva a che fare con l'incapacità dell'alieno, di comunicarsi. Ma era solo dovuto alla sua riluttanza di comunicare con chiunque altro, diverso da me. In secondo luogo: entrambe le parti, per poter comunicare correttamente, necessitavano di un linguaggio comune.

Parole e simboli di una lingua, trasmettono concetti molto precisi e chiari. Aggiunse, poi, che i giapponesi hanno [per esempio] molti sinonimi, che provocano un sacco di confusione, nella loro comunicazione quotidiana, di ogni giorno. E che, essi, risolsero la cosa, utilizzando semplicemente "i caratteri cinesi, standard" per annotare i significati esatti, della parola che usavano. Ed in questo modo, risolsero tutto.

[Aggiunse che] Senza una nomenclatura di comunicazione definita, non era possibile avere una vera comprensione, al di là di quella rudimentale tra uomini e cani, o tra due bambini piccoli. E che: la mancanza di un vocabolario comune, di parole chiaramente definite che tutte le parti potessero utilizzare correntemente, è stato, proprio, il fattore limitante della comunicazione tra tutte le persone, gruppi e Nazioni, della Terra.

Pertanto, Newble, disse che [per lui]: c'erano solo due possibilità; o imparare la lingua aliena, o insegnargli a parlare, la nostra: l'inglese. Quindi, era possibile solo una scelta: convincere Airl, a imparare l'inglese con aiuto degli specialisti. Nessuno ebbe obiezioni, giacchè non c'erano alternative.

La Teoria era che si potesse insegnare a leggere, all'alieno; e le istruzioni di grammatica fondamentali. Se l'alieno era stato abbastanza intelligente da comunicare telepaticamente con me, e da abbattere le frontiere dello spazio, in tutta la galassia, probabilmente avrebbe, allora, anche imparato, un'altra lingua, abbastanza rapidamente.

Gli specialisti del Linguaggio, mi suggerirono di entrare dalla Creatura, portandomi dietro dei libri e dei testi, come quelli che si usano, per insegnare ai bambini; e di cominciare a darle delle lezioni, leggendogli a voce alta, mentre contemporaneamente, col dito, gli indicavo i nostri caratteri, scritti.. Così facendo, avrebbe dovuto intuire, la cosa.. ed imparare, alla svelta.

Ritornai nella sala delle interviste, e proposi questa idea, ad Airl. Ella, non si negò ad apprendere; ma, non strinse nemmeno nessun accordo, [con noi,] circa: il "voler rispondere, alle loro domande".. Comunque sia, siccome nessuno obbiettò la cosa, e non essendoci altre idee, migliori, in quel momento, si andò avanti, su questa strada.

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